Il lavoro rappresenta una meditazione estetica sulla città e il suo senso fragile.
Studio Pace10, attraverso il linguaggio fotografico, descrive la città come un assembramento in continua mutazione di costruzioni effimere e instabili, parallelepipedi di cartone che la nostra esperienza percettiva riconosce come rappresentazioni di grattacieli, palazzi e casupole di ogni genere che nell'immaginario collettivo concorrono alla raffigurazione mentale di ideali skyline metropolitani.
Quella che vediamo all'orizzonte è una città fragile fatta di cartone e nastro adesivo, una spazio mutevole, approntato in fretta per un teatrino di marionette atto a celebrare la fragilità e il senso effimero delle attuali megalopoli, delle New Town e dei rapporti umani che tentano di sopravvivere ricalcandosi uno spazio tra un cantiere e l'altro.
THE FRAGILE CITY
This work is an aesthetic meditation about the city and its fragile sense.
Studio Pace10 , through the photographic language, describes the city as an ever-changing assemblage of ephemeral and unstable buildings, boxes of cardboard that our perceptive experience recognized as representations of skyscrapers, palaces and hovels of any kind that contribute to the collective mental picture ideals of metropolitan skyline.
What we see on the horizon is a fragile city made of cardboard and sticky tape, a mutable area, prepared quickly for a puppet show designed to celebrate the fragility and ephemeral sense of today's megacities, the New Town, and human relations attempting to survive looking for a space between a building site and another.